L'Acqua e la Farina: intervista a Mauro Trabalza, il nipote della Sora Lella

Sabato 15 e domenica 16 ottobre andrà in scena al teatro Garbatella di Roma “L’acqua e la Farina”. Potremo vedere a teatro per la prima volta la storia dei fratelli Fabrizi, di Aldo e la Sora Lella. Sarà sul palco anche Mauro Trabalza, nipote della Sora Lella. Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con lui. Ecco cosa ci ha raccontato:

 

 

MAURO, PER LA PRIMA VOLTA SARAI SUL PALCO DI UNO SPETTACOLO TEATRALE. COM’E’ PER TE AFFRONTARE QUESTA NUOVA ESPERIENZA?

Debuttare in teatro è una cosa emozionante e bella, tanto più se c’è passione, e ho frequentato l’accademia “Teatro senza Tempo” di Mary Ferrara ed Antonio Nobili. Per me è rivivere un po’ quello che vivo tutti i giorni al ristorante, quindi sono facilitato, anche perché si parla della mia famiglia. Con me c’è un gruppo di bravi professionisti, tutti ragazzi giovani, tranne me che sono il più anziano. Mi accompagnerà il ricordo di nonna, zio Aldo e papà, quindi sarà molto emozionante, ma anche molto divertente.

 

PER LA PRIMA VOLTA A TEATRO LA STORIA DEI FRATELLI FABRIZI, ALDO E LA ‘SORA’ LELLA. COME NASCE L’IDEA DELLO SPETTACOLO?

L’idea nasce da un mio pensiero, seguivo uno spettacolo teatrale dell’accademia e all’interno dello spettacolo c’era una mostra fotografica realizzata da me e dal mio collettivo sugli attori che recitavano in quella commedia. In quel momento ero assorto nei miei pensieri e mi son detto: “Ma perché non fare qualcosa su nonna e zio Aldo?”, anche perché girano leggende metropolitane che dicono che zio Aldo e nonna non andavano d’accordo, ma in realtà questa cosa non è possibile, anche perché io li ho vissuti in prima persona. Da lì nasce l’idea e l’ho proposta a Mary Ferrara ed Antonio Nobili.

QUANTO ERA FORTE IL LEGAME CHE C’ERA TRA TUA NONNA E IL FRATELLO?

Il legame tra loro era molto forte e molto intenso, anche se non si vedevano spesso si chiamavano tutte le settimane. La domenica nonna chiamava zio e condividevano la loro vita quotidiana, la cucina… Nonna aveva un grosso rispetto per lui, perché essendo l’ultima di cinque sorelle le ha fatto da padre. Perdendo il padre in giovane età, zio Aldo si era trovato capo della famiglia e quindi doveva badare a tutti. Ricordo quando zio veniva al ristorante, lo accoglievamo con affetto, lui si metteva seduto, nonna lo raggiungeva e la cosa che mi è restata impressa è che loro per un minuto restavano in silenzio, si guardavano, lui la guardava con un grande amore fraterno, restavano lì mano nella mano e poi dopo parlavano del più e del meno. Tutte le leggende metropolitane sul fatto che zio era invidioso di nonna non sono vere. Mi ricordo una volta, lei vinse il David di Donatello, lui parlò con mio papà e gli disse: “Certo che mia sorella è brava, ma non glielo dire”. Secondo me voleva essere molto protettivo nei confronti della sorella. Mi ricordo che tutti gli anni andavo a Pasqua e Natale a portare i regali di nonna a zio Aldo, lui mi accoglieva con grande affetto, mi chiedeva come stava nonna. Una cosa molto simpatica è che mi faceva entrare dentro la sua stanza piena di pasta e mi dava la pasta integrale, le prime paste integrali, e mi diceva: “Tieni, questa portala a mia sorella che può mangiarne tanta perché non ingrassa”.

 

NON SAREMO A TEATRO, MA SEDUTI AI TAVOLINI DELLA STORICA TRATTORIA DI FAMIGLIA.

Abbiamo cercato di far rivivere ciò che succede in una trattoria romana, con delle sfumature comiche, ironiche, sentimentali, raccontiamo ciò che succede realmente nel mio ristorante. Sul palco ci sarà quella romanità di una volta, quella comicità pulita, quello che succede nella realtà dei ristoranti e delle osterie romane. Il testo è stato egregiamente scritto da Antonio Nobili con la collaborazione di Mary Ferrara ed Alessio Chiodini che si sono basati sul libro di mio padre e si rivive un’atmosfera particolare, tipica romana.

TU SEI IL NIPOTE DI UNA DELLE NONNE PIU’ AMATE D’ITALIA. CHE NONNA E’ STATA?

C’era un rapporto bellissimo, io ero il più grande dei nipoti ed eravamo molto complici, ogni tanto ci arrabbiavamo. Con nonna potevi parlare di tutto, delle conquiste amorose, ti diceva: “Guarda, questa non mi piace”. Era una nonna premurosa, straordinaria, anche forte, quando si metteva in testa una cosa era tosta. Io la seguivo, l’ accompagnavo a casa, le facevo l’insulina, le compravo le medicine insieme ai miei fratelli, insomma, è stata una nonna a tempo pieno e ce la siamo vissuta e goduta stando lì al ristorante nei momenti belli, nei momenti brutti e nei momenti importanti. Per noi era nonna, non pensavamo al successo che avrebbe avuto e che aveva, era straordinaria nella sua dolcezza e nella sua forza.

 

CI REGALI UN RICORDO CON LEI?

Quando è mancato mio nonno, il marito, si sentiva un po’ persa e mi disse: “Vieni a dormire a casa per favore?” e io: “Sì nonna, certo” e dormivamo insieme e prima di addormentarci facevamo una preghierina per nonno. Nella sua dolcezza mi diceva: “Se ti va, puoi fumare anche in camera, perché anche nonno fumava” ed io: “No nonna non ti preoccupare” e ci addormentavamo, le prendevo la mano e le dicevo : “Buona notte nonna”. Erano dei momenti intimi e particolari dove lei aveva una sofferenza che ha avuto anche quando è morta mia zia, la figlia, lei si sforzava di essere forte e noi cercavamo sostenerla. Questo è uno dei ricordi più dolci che ho di nonna.

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